L'ultimo respiro by Luigi Martinuzzi

L'ultimo respiro by Luigi Martinuzzi

autore:Luigi Martinuzzi [Martinuzzi, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Leone Editore
pubblicato: 2018-09-06T22:00:00+00:00


Dopo essere stato dagli altri vicini di Sullivan, John chiamò il Bureau e riuscì a farsi dare l’indirizzo di casa di Sam Cubbert. Lo informarono che Cubbert era disoccupato. John quindi pensò che molto probabilmente l’avrebbe trovato a casa.

La situazione era piuttosto imbarazzante e delicata però: avrebbe dovuto parlare con un possibile testimone, nonché amante della vittima, rischiando di essere colui che avrebbe smascherato la sua omosessualità di fronte alla moglie. Sperò infatti che Cubbert fosse da solo in casa in modo tale da fargli le domande del caso, e che poi fosse lui ad arrangiarsi a confessare le sue bugie alla donna.

Era sicuro che Cubbert fosse al corrente di quello che era successo a Sullivan. Non era sicuro però di cosa ci fosse ad attenderlo. Cercò di non farsi troppe domande e pensò che l’avrebbe scoperto una volta arrivato a casa sua.

Dalla via di Sullivan aveva percorso qualche chilometro di tangenziale, poi era rientrato e aveva evitato il traffico del centro prendendo una strada parallela. Una volta fuori dalle zone trafficate era arrivato in un quartiere di piccole villette. Si lasciò alle spalle un supermercato e un piccolo campo da basket in cemento. Poi, fatta una curva, arrivò a destinazione.

La casa di Cubbert era quella che faceva da angolo alla via. Non aveva né recinzioni né cancelli che la delimitavano. Era una bella casa moderna con pannelli fotovoltaici sul tetto e finiture di pregio. Sembrava che Cubbert avesse vinto alla lotteria trovandosi una moglie come quella che aveva. Poi, pensando alla sua vera natura, sapendo che era disoccupato e vedendo la casa in cui viveva, tirare le somme non era stato difficile.

Parcheggiò in strada davanti al suo giardino e camminò lungo il vialetto, verso l’entrata. Mentre camminava buttò l’occhio verso l’abitazione e, attraverso una finestra aperta, vide una figura curiosa muoversi avanti e indietro nervosamente all’interno. Sembrava stesse parlando da solo. Cubbert, pensò. Arrivò davanti al portoncino della casa e suonò il campanello. Mentre aspettava che l’uomo venisse ad aprire, fu felice di vedere che non c’erano macchine parcheggiate nei paraggi. Questo significava che sua moglie era al lavoro, quindi avrebbe potuto fargli le domande in tranquillità. Cubbert probabilmente non aveva sentito, e John suonò il campanello un’altra volta.

Ancora niente. Dopo qualche secondo decise di passare attraverso il giardino e andare davanti alla finestra aperta.

Quello che vide lo lasciò di stucco.

Adesso l’uomo era fermo, in mezzo a quella che sembrava la sala da pranzo. Era tutto sudato, con la camicia fuori dei pantaloni e una cravatta allentata che gli pendeva dal collo. Aveva gli occhi chiusi e blaterava qualcosa. Sembrava una preghiera. Sulla sua tempia la fredda canna di una rivoltella.

La situazione gli apparve subito grave e complicata. Se quell’uomo era Cubbert, sembrava completamente in trance. Non aveva minimamente fatto caso al campanello e non si era nemmeno accorto che John aveva aperto la parte di finestra ancora chiusa.

Cercò di dissuaderlo. Con voce calma e cordiale lo chiamò.

«Signor Cubbert…»

Nessuna risposta.

John non sapeva cosa fare. Di fronte a sé aveva una persona repressa che aveva appena perso la persona che amava.



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